Ci occupiamo ancora questa settimana dei fatti accaduti intorno alla questione Gramsci, poiché per due settimane si sono susseguite le innumerevoli versioni sulle ragioni della chiusura: tra rischio asbestosi e potenziali crolli, tra eroici annunci di portare in salvo una generazione di fanciulli, con testimonial d’eccezione e difensori d’ufficio, e l’immediata prosaica smentita che purtroppo si tratta solo di quattrini che mancano, tra “stiamo valutando” e “tra una settimana decidiamo”, tra una millantata vetustà dell’edificio (la scuola è del 1973 e non del 1961) ed entità economiche sparate a caso (lavori che vanno dai 40.000 euro ai 2 milioni di euro), e poi lettere ufficiali, i social, articoli e dichiarazioni di partito, le proteste di genitori, le raccolte firme, le lettere di insegnanti e sindacati, è impossibile non solo capire come stanno veramente le cose, ma anche non perdere il filo.
E ancora ci stiamo domandando quale sia la ragione per cui un’amministrazione di sinistra decida di chiudere all’improvviso una scuola pubblica, privando mezza città di uno dei più importanti servizi della collettività.
Riprendiamo lo slogan che ha caratterizzato la campagna elettorale del Sindaco e ci chiediamo come suonerebbe oggi, a quattro anni dall’avvio delle attività della giunta. A noi oggi questo slogan suona particolarmente stonato, visto che molte delle scelte effettuate sono andate a danno dei cittadini.
Questa della scuola è l’ultima sequenza di uno sceneggiato che si è svolto a puntate settimanali e che potete ripercorrere sfogliando il nostro blog, che testimonia 4 anni di attività e di conflitti.
Nel post della scorsa settimana abbiamo, tra le tante, posto una domanda che riteniamo molto importante: se la Gramsci chiude per qualsivoglia problema, le altre scuole sono certificate per accogliere il 50% degli studenti in più, al di là degli aspetti logistici?
Una delle questioni ancora controverse, su cui ovviamente non c’è chiarezza, riguarda la dotazione dei plessi del Certificato di prevenzione incendi (CPI), un documento obbligatorio che dimostra la regolarità dell’edificio rispetto alla normativa antincendio.
A noi risulta che dal 2009 sono sati spesi circa 77.500 euro in disamine e progetti e sono stati impegnati fondi per 307.000 euro, per gli adeguamenti, ma non è purtroppo chiaro se questi certificati a oggi esistano. Questo dato è emerso dalle nostre ultimissime verifiche e quindi occorrerà fare richiesta anche di questo, oltre a tutto il resto che riguarda la questione Gramsci.
Ci siamo anche chiesti quanta copertura economica straordinaria serva per far fronte sia all’adattamento degli edifici, sia alla navetta scolastica che, se gratis deve essere, deve esserlo però per tutti e non solo per gli ex allievi Gramsci, in quanto i disagi ci saranno per tutti.
Tutti questi costi sono a fondo perduto: ma non sarebbe stato meglio impegnarli direttamente sulle scuole, facendo investimenti duraturi, oppure per fare magari le opere di manutenzione più urgenti sulla Gramsci, durante l’estate, in modo da essere pronta per settembre?
Perché ormai è chiaro che i problemi non sono così gravi come sembrava quando tutta la faccenda si è innescata, quasi che il procurato allarme scatenatosi nei primi interventi del Sindaco potesse far meglio digerire la scelta: la scuola non ci crolla sulla testa, né l’aria è avvelenata dall’amianto, altrimenti non si spiegherebbe l’autorizzazione all’uso delle palestre. Accentuare mediaticamente i rischi è servito solo a creare confusione e diffidenza e, alla luce dei fatti, forse è stato un grande autogol per il “tifoso di Alpignano”.
Il problema è un altro, l’hanno capito tutti, ed è politico. Una scelta meditata da tempo, ma mai preannunciata e discussa.
Intanto la settimana trascorsa ha registrato nuove e significative vicende della scuola, a partire dal Consiglio di Istituto, al quale invitato, il Sindaco e l’Assessore, non hanno partecipato. Alla faccia del Sindaco che “ci mette la faccia”.
La vicenda è delicata a ha già fatto emergere delle fratture all’interno del partito di sinistra che sostiene il sindaco, perché non è pensabile che per politici di sinistra digerire una scelta del genere possa essere indolore e non creare qualche problema di coscienza.
Abbiamo chiesto un consiglio comunale aperto, ma sono state messe in mezzo le solite complicazioni “burocratiche” per cui alla fine se ci sarà non sarà prima di settembre. Ammesso che la maggioranza non faccia comunque mancare il numero legale.
Delle innumerevoli contraddizioni che hanno caratterizzato dichiarazioni su social, giornali e lettere ufficiali abbiamo già detto nei due post precedenti: dibattito tutto avvenuto senza mai incontrare dal vivo le persone che chiedevano spiegazioni. Per due settimane le persone, i cittadini i genitori sono stati tenuti fuori della porta. Ma pare che il sindaco abbia accettato di incontrare una delegazione di genitori. Che cosa ne scaturisce sarà oggetto del nostro prossimo intervento.
Alla fine le proteste dei genitori, degli insegnanti e di tutto il mondo dei sindacati locali in subbuglio, i problemi interni al partito e magari alla giunta hanno evidentemente portato a ripensamenti, e il Sindaco ha fatto pervenire alla dirigenza scolastica una lettera in cui ribadisce la necessità di chiudere la scuola provvisoriamente solo per un anno, per fare tutti gli approfondimenti e le stime. Che cosa significa questo atto? Che finora si è parlato senza aver mai fatto un vero sopralluogo, senza aver mai esaminato davvero l’edificio? Allora bisogna sempre “mettere a ferro e fuoco” per far ragionare questi politici che prendono le decisioni nelle stanze del potere? Non sempre “il popolo” ha queste energie ed è per questo che poi quasi tutto succede senza che i cittadini ci facciano troppo caso.
C’è solo una considerazione che si può fare concludendo: ma hanno fatto i conti con il fatto che quasi certamente tra un anno alla guida della città ci sarà un’altra maggioranza, speriamo frutto della consapevolezza dei cittadini, frustrati in quasi tutti i desideri di una città migliore, che è arrivato il momento di voltare pagina e di “licenziare” chi da venticinque anni - gira e rigira - gestisce il patrimonio pubblico di tutti noi?
Chissà se poi proprio in questo anno si presenterà il benefattore che comprerà l’area per costruirci amene palazzine e regalerà ad Alpignano una nuova scuola fiammante!!!
E ora la bella iniziativa:
giovedì prossimo, 16 luglio, si svolgerà il Consiglio Comunale. Intervenite numerosi poiché si chiederà conto in quella sede, attraverso una nostra interrogazione, di tutte le domande che potevamo porre all’amministrazione rispetto alle contraddittorie dichiarazioni fatte finora. Vi alleghiamo qui di seguito il testo
In considerazione dell’argomentazione citata in oggetto, della rilevanza della stessa, del limitato tempo a disposizione per la sua trattazione nelle sedi istituzionali, dell’apprensione e dello smarrimento che molta parte della cittadinanza sta vivendo, la forza politica Alpignano SiCura ritiene urgente e doveroso comunicare ed esigere quanto segue.
- Considerato che le informazioni alla cittadinanza ed in particolar modo ai fruitori delle scuola Gramsci (genitori e parenti degli studenti, personale ATA, personale docente e non) risultano arrivare da più fonti non istituzionali e non ultimo dai social network, ingenerando confusione ed apprensione fra la popolazione, si chiede che l’Amministrazione proceda immediatamente con l’istituzione di un canale di informazione alla cittadinanza unico, aggiornato ed ufficiale;
- Considerato che le informazione alla cittadinanza provengono da più parti e non è chiaro quali siano ad oggi gli interlocutori a cui far riferimento per portare le proprie istanze, si chiede che l’Amministrazione proceda immediatamente con ufficializzare le convocazioni delle riunioni, dei tavoli tecnici e amministrativi in atto e di ufficializzare quali siano gli interlocutori di rappresentanza partecipanti a cui far riferimento;
- Considerato che le informazioni alla cittadinanza derivanti dai social network (ivi compreso quello ufficiale del Ill.mo Signor Sindaco di cui riporta al seguito, fra l’altro, un breve stralcio di un post recente “[…] dovremmo chiudere la scuola Gramsci perché non esistono più le condizioni di sicurezza e dobbiamo pensare in primis ai nostri bambini. Non possiamo mandare i bambini in una scuola che gli ingegneri ci dicono essere NON SICURA. Servono 2 milioni di euro (che non abbiamo) per metterla a posto: […] parlano di chiusura del plesso scolastico delle scuole Gramsci per non meglio identificati problemi strutturali e/o di sicurezza. Allo stesso tempo invece la Delibera di Giunta n.84/2015 (che è organo di indirizzo politico) cita la razionalizzazione e riorganizzazione funzionale dei plessi scolastici ma non riporta nessuna problematica specifica legata ad una causa di pubblica incolumità tale da portare alla chiusura dall’anno scolastico 2015/2016 del plesso ospitante la scuola primaria. Considerato che la causa di pubblica incolumità prevede percorsi e atti amministrativi di urgenza ben definiti dalla normativa vigente, mentre le linee di indirizzo politico permettono un più razionale e lungimirante percorso, senza per forza sottoporre la cittadinanza a disagi e apprensioni, si chiede che l’Amministrazione Comunale ufficializzi immediatamente se la chiusura del plesso scolastico è dovuta a qualsiasi problema di sicurezza e/o strutturale. Nel qual caso pubblichi e/o ufficializzi nello specifico gli atti da cui emerge la problematica e la sua gravità, nonché l’ENTE o il funzionario pubblico che l’abbia accertata (asl, arpa, VVFF, direttore d’area) con la richiesta di procedere alla chiusura del plesso.
Come mai l’Amministrazione Comunale non ha emesso un Decreto Sindacale o un provvedimento di inagibilità della scrittura?
Considerato che un progetto di razionalizzazione e riorganizzazione funzionale dei plessi deliberata da un Organo Politico normalmente prevede tempi di attuazioni tali da risultare di minimo impatto sul disservizio alla cittadinanza, primo fra tutti il reperimento delle risorse economiche finanziare per attuare le misure alternative o viceversa la chiusura di un plesso per motivi legati alla pubblica incolumità prevede normalmente un iter di urgenza con l’emissione di ordinanze di inagibilità e di interdizioni, non è chiaro alla popolazione quali delle due condizioni si sta venendo a creare.
Alla luce della considerazione sopra espresse ed in relazione alle risposte richieste, Alpignano Sicura, chiede a questa spettabile Amministrazione di indire nell’immediatezza un Consiglio Comunale aperto su tale problematica al fine di esplicare in modo chiaro ed inequivocabile, quali siano le cause che hanno portato questa Amministrazione alla proposta di chiusura del plesso scolastico, se queste siano imprescindibili ed irrevocabili ed in caso di assoluta necessità legata alla pubblica incolumità, quali siano le proposte alternative per i fruitori, per quanto tempo dovranno essere messe in atto in modo tale da permetterà alla cittadinanza di poter limitare al massimo il disagio a cui dovrà essere sottoposta.