mercoledì 31 dicembre 2014

GLI AUGURI DEL CONSIGLIERE



Gianni Brignolo e Tamara Del Bel Belluz
Gianni Brignolo, attuale consigliere comunale di Alpignano SiCura, subentrato nel settembre 2014 alla nostra prima consigliera Tamara Del Bel Belluz, ha scritto per gli alpignanesi il suo personale messaggio di auguri.
Lo pubblichiamo nel giorno della vigilia del 2015, per brindare stasera al futuro di Alpignano, nella speranza che semini in ciascuno di noi il desiderio di diventare protagonista della vita pubblica della propria città: chiediamoci se non valga la pena di iniziare a divenire più padroni del nostro destino, mettendo al primo posto nella nostra vita partecipazione e sviluppo di capacità critiche. 
Iniziamo a insegnare questo, anche ai nostri bambini...


 "Chissà quante volte in questi giorni ci siamo scambiati gli auguri. Lo faremo anche nella notte di San Silvestro, con un bicchiere in mano e, per i più fortunati, con accanto le persone a cui più teniamo.

Anche noi del gruppo Alpignano SiCura vorremmo fare i nostri auguri alla nostra città e ai suoi abitanti …


BUON ANNO ALPIGNANO



Auguri: perché per Alpignano e per i suoi cittadini sarà un anno importante. Le forze politiche organizzeranno la campagna elettorale e si definiranno gli scenari che ci porteranno alle elezioni comunali della primavera del 2016. Da queste dipenderanno, volenti o nolenti, il futuro della nostra città e in parte anche la qualità della nostra vita quotidiana.

Se c’è una cosa, che in questi quattro anni di attività politica abbiamo capito, è che solo impegnandosi nella res publica si possono cambiare le cose, e che, delegando in bianco il governo della città e le decisioni che ne derivano senza farci partecipi in prima persona, qualcuno deciderà per noi senza tenere conto delle nostre reali esigenze, ma solo delle proprie o di quelle di pochi.



BUON ANNO ALPIGNANO



Auguri a tutti, con un occhio di riguardo a chi sta faticando di più, a chi sta lottando ogni giorno con la propria salute, a chi arranca ogni giorno nel cercare di gestire una famiglia con i conti che non tornano mai, a chi ogni giorno affronta la fatica di alzare una serranda, a chi un lavoro proprio non l’ha, a chi magari pur avendolo è al limite della dignità.



BUON ANNO ALPIGNANO



Che sia un anno colmo di speranza e di coraggio

Ecco le due parole chiave che abbiamo scelto di augurio: SPERANZA E CORAGGIO.

Quante volte nel nostro intercalare ci siamo rassicurati con il detto “finché c’è vita c’è speranza”. Per una volta proviamo a invertire le parole, ovvero “finché c’è speranza c’è vita!” Perché finché abbiamo una prospettiva per il futuro allora facciamo progetti, lottiamo, ci sacrifichiamo, ci arrabbiamo, corriamo, intessiamo rapporti … insomma viviamo! Quindi vorremmo augurare agli Alpignanesi un anno ricco di speranza, perché questo vorrebbe dire avere la prospettiva di vivere in modo pieno e completo il nostro territorio. Ma la speranza non ci basta: è una parola forse “un po’ troppo poco rock”, poco aggressiva, che ci lascia sempre un po’ di malinconia, in attesa. Ognuno di noi, quando si aggrappa alla speranza, ha nel profondo di sé l’accettazione di una sorta di rassegnazione, un appello al destino, a un soggetto terzo, quasi come se quel cambiamento in meglio, che tutti ci auguriamo e che ci aspettiamo, non dipendesse da noi, ma fosse in balia di una circostanza, di un evento, di una persona e sul quale non abbiamo la possibilità di intervenire o di modificarne gli effetti.

Allora … diciamo



BUON ANNO ALPIGNANO



un anno ricco anche di coraggio. Il coraggio non è spregiudicatezza, non è incoscienza e non è nemmeno assenza di paura … anzi, è solamente la consapevolezza e la volontà di andare incontro agli eventi volendone essere protagonisti secondo le nostre doti e le nostre capacità. Così potremmo essere a nostro modo protagonisti della nostra storia e “vivere” ogni giorno nel pieno delle sue potenzialità, senza solo sperare che qualcosa o qualcuno lo possa avverare. Coraggio è una parola rock!

E poi ha due vantaggi: non  costa nulla ed è contagioso!



A voi tutti auguriamo un anno ricco di speranza e di coraggio 
Come direbbero i nostri avi:


MACTE ANIMO ALPIGNANO!

mercoledì 24 dicembre 2014

TANTI AUGURI DA ALPIGNANO SI-CURA


Cari alpignanesi,
nonostante tutto il clima di festa ci invade ancora come un balsamo rigenerante e speriamo sempre che l'anno che si chiude si porti via tutti i nostri malesseri e problemi.
Sappiamo che molti sono i gravi problemi che affliggono molti italiani, ma speriamo sempre di trovare porte aperte presso le istituzioni e un cambiamento di rotta nel sistema economico, grazie a una maggiore consapevolezza che un popolo non prospera senza lavoro.
Noi non sappiamo se questi cambiamenti sono alle porte, però continuiamo a sperare, e ci impegnamo perché ciò avvenga anche solo a livello locale: che la politica possa tornare a essere una bella cosa!!!
Proviamo a sognare che il nuovo anno sia ricco di sorprese liete, che per tanti sono miglioramento della salute e un nuovo lavoro, ma come esseri umani sentiamo pulsare anche desideri di pace, amicizia e solidarietà, in una società serena e in equilibrio, dove tutti abbiano la loro collocazione e il loro ruolo.
Vi lasciamo con un sincero augurio di Buon Natale,
da parte di tutti i componenti di Alpignano SiCura
Andrea Claudia Fabrizio Francesco P. Francesco T. Gianni Giovanni Gino Giulia Irene Luigia Marina Massimiliano Maurizio Mauro Peo Raffaella Roberto C. Roberto S. Rosario Tamara

giovedì 18 dicembre 2014

PAGA E TASI!




Questa è la settimana in cui abbiamo tutti pagato la seconda rata della Tasi.
Per qualcuno di noi è stato un sollievo, vedere che la propria rata si è ridotta grazie ad aliquote ridotte e a sgravi, ma per molti cittadini la Tasi è stata una bella “mazzata”, molto più pesante della deprecata Imu … quanta acqua sotto i ponti è passata dal 2012, quando il nostro Sindaco, presentando il suo primo unico e inimitabile bilancio del buon padre di famiglia diceva di non “voler mazzulare i cittadini”, costruendo un impianto di bilancio basato sulle “vere politiche del sociale, che solo loro sanno fare”, e se la prendeva con il governo Monti che aveva introdotto l'Imu che vessava i cittadini.
Ma mentre l'Imu era obbligatoria, la Tasi non lo è, tant'è che sono molti i comuni in tutta Italia che l'hanno azzerata.

giovedì 11 dicembre 2014

A PESCI IN FACCIA


L’arroganza della maggioranza sta diventando direttamente proporzionale alla sua inefficacia.
Il clamoroso caso delle 13 interrogazioni presentate dalla maggioranza a se stessa, durante l’ultimo consiglio comunale, dimostra la lucida volontà di boicottare l’esame delle interrogazioni di Alpignano SiCura e Partito Democratico sui temi caldi che interessano a tutti i cittadini, per fare propaganda.
Il senso del ridicolo viene poi sfiorato quando il Sindaco orgogliosamente afferma da un lato che la sua maggioranza è sempre informata su tutto e dall’altra rivendica il diritto che anche la maggioranza faccia le interrogazioni!!!
Vorremmo dire che il Consiglio Comunale non è il palcoscenico della maggioranza, ma il luogo del confronto democratico tra visioni politiche che adottano punti di vista differenti per discutere di uno stesso argomento. Solo così si offre al cittadino un’informazione completa, perché questi possa farsi una sua opinione.
Lo vorremmo chiedere al Presidente del Consiglio, l’alta carica istituzionale che dovrebbe vigilare imparzialmente sul rispetto delle regole, a che cosa serve un Consiglio Comunale e ci piacerebbe una risposta ben articolata.
Ma premesso che forse un Presidente del Consiglio degno di tale nome il Regolamento dovrebbe conoscerlo a memoria, e farlo rispettare in modo bipartisan, ci chiediamo a quale parte del regolamento pensava quando non ha accolto la richiesta di Alpignano SiCura, durante l’ultimo consiglio comunale, svoltosi il 27 novembre scorso.
Raccontiamo il fatto.
Il nostro consigliere Gianni Brignolo prima delle interrogazioni ha chiesto al Presidente del Consiglio di consentire a tutte le forze politiche di porre le proprie interrogazioni, suggerendo a rotazione di leggerne una per ogni gruppo consiliare, fino alla scadenza delle due ore.
Secondo l’interpretazione che il Presidente fa liberamente del nostro regolamento (che evidentemente non conosce così bene, pur essendo una delle poche cose di cui dovrebbe essere garante assoluto) questo non è consentito e le interrogazioni si leggono a seconda dell’ordine di arrivo.
Ecco, questo però noi nel nostro “Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale” non lo abbiamo trovato. Ne chiederemo conto al Consiglio con una interrogazione – che tra l’altro, conoscendo i tempi di convocazione, si terrà in primavera!
Tra l’altro il Presidente del Consiglio e altri membri della maggioranza, come i presidenti di Commissione, ci dicono che il regolamento è sovrano –magari facendo saltare una commissione se manca il numero legale -, si ricordino che allora va applicato sempre.
Come ad esempio in caso di dimissioni di un consigliere il regolamento prevede la convocazione di un consiglio comunale entro i 10 giorni dalle dimissioni, per provvedere alla surroga in tempi brevi.
Bene, ci è stata chiesta collaborazione per bypassare questo articolo del regolamento, in occasione delle dimissioni del consigliere Pani, e noi abbiamo accordato il nostro favore. Politicamente è un gesto importante, dato che la maggioranza i numeri li ha sempre. È un modo realmente democratico per prendere le decisioni.
Ma le attenzioni tra persone gentili si ricambiano, invece no, l’opposizione viene sempre presa a pesci in faccia da una maggioranza senza argomenti ma con tanta tanta arroganza…
Oltre a prendere pesci in faccia per queste sparate di cui si abusa di tanto in tanto, a cui forse noi dovremmo reagire più energicamente, ci rendiamo conto che questo Consiglio Comunale non ingrana. Manca del tutto la discussione politica. Tornando sempre all’ultimo consiglio, riportiamo un altro spunto di riflessione: la maggioranza ha presentato una delibera sul bilancio corredata di corposo emendamento (giunto già confezionato).
È il Consigliere Gabriele Pinsoglio che legge per intero l’emendamento, ma, di fronte a una richiesta di illustrare meglio come le cifre vengono spostate da un capitolo di spesa a un altro, il consigliere risponde: “io non sono un assessore non è che mi si possono fare le interrogazioni, quindi comunque se ci sarà un’interrogazione si darà una risposta”… 
Questa allucinante risposta non ha bisogno di ulteriori commenti. I commenti li lasciamo a voi che leggete il post della settimana. Però desideriamo richiamare il sentimento di sconforto misto a ironia del nostro consigliere, che rammaricato di come non si riesca mai in consiglio ad aprire un dibattito importante con i consiglieri di maggioranza, NEL MERITO delle proposte, invita a riflettere su due temi molto importanti, ovvero su quale sia il ruolo dei consiglieri dell’attuale compagine di maggioranza e come si sta tenendo lontana la minoranza, che rappresenta dal punto di vista politico ben oltre la metà degli elettori, dai tavoli di lavoro sulla città: “mi fa solo specie - devo dirlo a Gabriele - … quando si prepara un emendamento credo sia talmente frutto di un lavoro non indifferente che sarebbe opportuno che chi lo propone sia in grado di spiegarlo nei minimi dettagli, non fosse per altro perché – uno - rafforza il lavoro svolto e  - due - non si dà modo di pensare che non l’abbia preparato qualcun altro per noi. è un invito a rafforzare la maggioranza e anche a tenere conto che su questi argomenti, se la minoranza è coinvolta, è anche disposta a dare il suo contributo”.

Ma noi pensiamo che questa possibilità, ormai, si sia persa del tutto.

giovedì 4 dicembre 2014

“CON IL CUORE IN MANO”. Ovvero il caso R.F.I. Epilogo



Il 27 novembre 2014 in Consiglio Comunale, tra le tante cose assurde accadute (tra cui 13 interrogazioni della maggioranza, che hanno occupato le due ore disponibili), la maggioranza è riuscita a superare se stessa. 
Per far capire di che cosa si tratta, dobbiamo ripercorre qualche passaggio, avvenuto a partire dall’approvazione della Convenzione con RFI nel 2012, per la chiusura del passaggio a livello e l’esecuzione di opere alternative. 
Si premette che a quella data esistevano già un progetto definitivo, approvato dalla Conferenza dei Servizi nel 2008 e un progetto esecutivo, realizzato da RFI, consegnato alla nostra amministrazione nel 2010.
Se si fosse portato avanti questo progetto, le Ferrovie avrebbero investito 5.200.000 euro e avrebbero avviato i lavori nel 2011 per concluderli a dicembre 2014: oggi avremmo le opere, non avremmo gli onerosi vincoli di Stazione appaltante e la città avrebbe avuto le opere compensative prima della chiusura del passaggio a livello. 
L’amministrazione Da Ronco tuttavia non volle portare avanti quel progetto, per ragioni che sono state finalmente spiegate nel Consiglio Comunale del 29 Marzo 2014, ovvero il Consiglio in cui Alpignano SiCura presenta una mozione per chiedere le dimissioni dell’Assessore ai LL.PP, “accusato” di aver chiuso il passaggio a livello senza prima realizzare le opere previste dalla Convenzione approvata a novembre 2012.
L’Assessore all’urbanistica Malacrino, il Sindaco e i Consiglieri di maggioranza difendono l’operato dell’Assessore. Di fatto, la strada che avrebbe realizzato RFI non la si vuole proprio realizzare, come scelta politica, sia per salvaguardare il territorio naturale sia per evitare successive eventuali operazioni di speculazione edilizia. 
L’Assessore all’Urbanistica sostiene che oltretutto la strada non sarebbe nemmeno più autorizzata dalla Provincia, forzando addirittura la realtà, per sostenere le ragioni dell’annullamento del progetto, in quanto la Provincia la strada l’ha mantenuta nei piani territoriali.
Inoltre, dice la maggioranza, solo questa nuova convenzione prevede il rifacimento del sottopasso di Via Pietre, cosa che nel progetto RFI non ci sarebbe stata.
Tutto questo detto, la nostra mozione fu bocciata, insieme al progetto RFI.
I cittadini di fonte a tutto questo si mobilitano, raccolgono le firme e chiedono che vengano allora rispettati i termini della convenzione, che prevedeva la realizzazione di:
·  adeguamento del sottopasso di Via Pietre;
·  nuovo tratto di viabilità stradale con costruzione di sottopasso ferroviario e rotatoria tra via Rivoli e Via Valle;
·  passerella/sottopasso pedonale tra via Verdi e Via XXV Aprile;
·  realizzazione di un sottopasso pedonale in Stazione di Alpignano.
Questo è ciò che chiedono i cittadini, e lo ribadiscono anche in un incontro negli uffici del Sindaco, nel febbraio del 2014, in cui erano presenti anche esponenti di Alpignano SiCura.

Alpignano Sicura chiede formalmente, per due volte, di indire un Consiglio comunale aperto, per conoscere l’opinione dei cittadini, ma viene sempre negato. Il Consigliere Pani (ora ex-consigliere) si impegna ufficialmente il 13 maggio 2014, in Conferenza dei Capigruppo, a condividere il progetto almeno con i consiglieri.
Invece che cosa succede?
A luglio 2014 il progettista incaricato di redigere il progetto preliminare del sottopasso viario e pedonale di Via Verdi (n.b. i termini dell’incarico!!!) presenta una soluzione di un tracciato abbastanza simile a quello bocciato senza riserve nel Consiglio Comunale del 29 marzo 2014.
A settembre 2014 l’opera viene inserita nel Piano triennale delle Opere Pubbliche, prevedendo che la nuova strada venga realizzata nel 2016.
Il 27 novembre 2014 viene fatta approvare dal Consiglio la revisione del Piano triennale, che anticipa le suddette opere al 2014.
Con quale escamotage?
è qui che succede l’impossibile: dato che abbiamo già un progetto definitivo approvato dalla Conferenza dei Servizi del 2008, possiamo iniziare con le attività espropriative dei terreni agricoli compresi tra la ferrovia e la Via Garibaldi. Lo stesso Assessore Malacrino, colui che solo a marzo respingeva la realizzazione di una nuova strada per la salvaguardia dei terreni agricoli e dalla speculazione, chiede “con il cuore in mano” che si risolva presto questo grave problema di viabilità!!! 
Che cosa significa, allora, che il tracciato è lo stesso?
No, formalmente non è lo stesso: perché questo viene fuori dalle consultazioni con i cittadini e altre organizzazioni. Quindi il progetto di RFI è bocciato, però ne si fa uno simile su richiesta dei cittadini. 
Ma la politica non aveva già fatto la sua scelta, a marzo 2014? Se i politici sono convinti delle loro scelte, difese con le unghie coi denti in questi due anni e mezzo, devono andare avanti per quella strada.
Ma siamo sicuri che sia andata proprio così? Possiamo vedere i verbali degli incontri del professionista, i suoi appunti, possiamo confrontarci in un Consiglio Comunale aperto a tutti? La “progettazione partecipata”, come metodologia di lavoro, prevede questi passaggi “aperti”: perché non li vogliamo fare? Perché poi il Consigliere Pani non ha mantenuto la promessa di illustrare pubblicamente il progetto? 
I Consiglieri di maggioranza hanno già approvato tutto e il contrario di tutto. Come si fa a governare così? Come possiamo noi cittadini, che subiamo sempre tutto, non sentirci presi in giro? 
Tantissime sono le domande che affollano la nostra incredulità.
Eppure, se questo è l’epilogo, sarebbe bastato che a settembre del 2011, sempre “con il cuore in mano”, dato che erano già stati spesi mesi di lavoro e soldi pubblici, il Sindaco Da Ronco firmasse la convenzione, che avrebbe fatto decollare quanto oggi noi andremo comunque a realizzare in modo parziale - avendo dimezzato le risorse - assumendocene i rischi - essendo Stazione Appaltante - e con almeno, se tutto va bene, 4 anni di ritardo.

Vi invitiamo a guardare le videoriprese (sempre che siano consultabili, dato che sono anni che abbiamo denunciato il fatto che non sono quasi mai disponibili):
mozione a favore delle dimissioni dell'Assessore Agrimano 
discussione sul punto degli espropri_finale
discussione del punto sugli espropri 

venerdì 28 novembre 2014

27 NOVEMBRE 2014: LA CONVENZIONE R.F.I. COMPIE DUE ANNI

Il 27 novembre 2012 il Consiglio Comunale approvava per la seconda volta la convenzione destinata a trasformare il volto della mobilità alpignanese: quella con la Rete Ferroviaria Italiana, che avrebbe sancito la chiusura del passaggio a livello.
Alpignano SiCura si dichiarò fermamente contraria, perché non c’era nulla che facesse capire che la strada intrapresa da questa amministrazione avrebbe portato dei vantaggi alla comunità alpignanese. Si trattava di poche righe, vaghe, senza un progetto, senza un cronoprogramma, senza una ripartizione delle risorse; che però il Sindaco e la sua maggioranza difesero strenuamente - e non abbiamo mai capito il perché. Non hanno mai accettato di indire un Consiglio Comunale aperto, su questa faccenda, nonostante le nostre ripetute richieste, e di guardare in faccia i cittadini.
Non era il primo atto, ma la rettifica di un’approvazione già avvenuta qualche mese prima, il 12 maggio 2012, che per qualche distrazione della maggioranza non era stata accettata da RFI e rinviata al mittente.
Noi abbiamo trattato diffusamente tutti gli aspetti della questione sul nostro blog, sui giornali e in consiglio comunale, per sensibilizzare l’opinione pubblica, che ha provato a fronteggiare l’amministrazione, ma senza successo, trovando solo un muro di gomma.
Nonostante le promesse di non abbandonare i cittadini alle loro difficoltà, il 2 agosto 2013 viene chiuso il passaggio a livello, SENZA CHE I PROMESSI LAVORI DEL SOTTOPASSO DI VIA PIETRE VENISSERO NEMMENO AVVIATI.
Il Sindaco, con la tipica insofferenza di chi non si cura troppo dei problemi altrui, ribadiva alla stampa locale, il 29 agosto 2013: “a dirla tutta, le ferrovie ci regalano tre milioni di euro, avremo qualche mese di disagi ma finalmente Alpignano non sarà più tagliata in due”. Qualche mese di disagi? Siamo a ben SEDICI MESI di disagi e sofferenze, senza sapere ancora quanto dovremo attendere, imposti sulle spalle di chi vive su una sedia a rotelle, di chi si muove in bicicletta, di nonni e genitori con i passeggini, di chi ha semplicemente DIRITTO, come cittadino di una società moderna, di muoversi senza barriere.
Alpignano è e sarà ancora per lungo tempo divisa in due.
Siamo a fine novembre 2014, a due anni e mezzo dalle prima presentazione delle Convenzione con RFI, e tutto è ancora in alto mare.
Se in due anni e mezzo non si è riusciti a far partire il restyling di un sottopasso, come potrà mai questa amministrazione godere della credibilità necessaria per fare le rimanenti ambiziosissime opere previste?
Non c’è stato nulla che abbia funzionato, dalle modifiche alla Convenzione, al farsi stazione appaltante, all’incarico di progettazione partecipata, allo strano ritardo dell’avvio dei lavori di Via Pietre.
Eppure ad agosto 2014 esce un trafiletto su “La Stampa”, che il Sindaco prontamente il 19 agosto pubblica sul suo profilo Facebook, in cui si dichiara, rispetto ai lavori per il rifacimento del sottopasso di Via Pietre, che “il cantiere a settembre apre ed entro l’inverno l’opera sarà pronta”. “Si ma quale inverno?”, interviene un iscritto. Una battuta di spirito inquadra il problema: sono le consumate tattiche della comunicazione politica. Che però secondo noi non portano da nessuna parte, perché i cittadini possono essere distratti ma non babbei.
Qualche tempo prima, il 7 agosto 2014, si ritrova un altro post di Da Ronco, sempre sul suo profilo Facebook: “Nuovo sottopasso in via Pietre. Sono partiti in questi giorni i lavori per il rifacimento del sottopasso pedonale. Era dal 1979 che nessuno interveniva sulla struttura e il cantiere procederà con la necessaria messa a norma.” Una CLAMOROSA FANDONIA, perché il cantiere non è aperto ancora oggi.
Il Sindaco si sta impegnando ad aggiornare ossessivamente il suo profilo Facebook, con una serie inesauribile di argomenti e azioni di pura inutilità rivolte ai pochi sostenitori rimasti. Vittima del voyerismo che dilaga nella società nel suo complesso, rischia di perdere il contatto con la realtà. Due mondi paralleli che non comunicheranno mai più, mentre il Sindaco si crogiola in newsletter di autoelogio compulsivo, quando tutto il paese probabilmente non perdonerà i numerosi problemi che si accumulano e il logoramento di una città che è diventata ancora più invivibile.
Noi avevamo già chiesto le dimissioni del Vice Sindaco, a marzo 2014. Ma stavolta crediamo non basti più. In tutto questo secondo noi c’è qualcosa di profondamente sconcertante, ed è la totale indifferenza nei confronti dei problemi di mobilità dei cittadini, da parte del Sindaco e delle forze politiche che lo sostengono.
Non solo il Vice Sindaco, ma anche il Sindaco e tutti i consiglieri di maggioranza - che sono responsabili davanti agli alpignanesi allo stesso livello - devono chiedere scusa ai cittadini, riaprire il passaggio a livello e RASSEGNARE LE DIMISSIONI.

venerdì 21 novembre 2014

S.E.L.fie



L’autoscatto di Sel e della maggioranza, che ha sempre portato il Sindaco Da Ronco a dire “noi siamo forti”, ritrae oggi un gruppo con il sorriso teso.
L’abbiamo sentito quasi in ogni consiglio comunale: “siamo forti, siamo ancora tutti qui” (avremmo voluto riportare qualche link ai video delle riprese comunali, ma non sono disponibili, purtroppo… chissà perché continuiamo a farli, dato che ci costano più di 500 euro a serata!).
Dal prossimo Consiglio Comunale la maggioranza perde due pezzi in un colpo solo, due pezzi di SEL, di quelli che, a modo loro, tentavano di animare la discussione di una maggioranza quasi sempre silenziosa e consenziente. Forse consenziente per quieto vivere, forze silenziosa perché studiare gli atti richiede molto tempo.
Scrivevano su “Lo Spiffero” all’indomani delle elezioni una delle versioni che ha sempre circolato sulle bocche degli alpignanesi fin dalle elezioni del 2011, di quelli che conoscono la storia della loro città: “Si è partiti da 10 candidati sindaco, alla fine ad Alpignano l’ha spuntata Gianni Da Ronco, candidato di sinistra Ecologia e Libertà, ma soprattutto l’uomo dell’ex primo cittadino Giuseppe Accalai, ras di una città che in fondo ha sempre controllato o cercato di controllare per interposta persona.”
Ma adesso chi controlla la maggioranza? Con chi si farebbe un selfie Da Ronco (e non solo lui) se oggi potesse scegliere? Noi pensiamo di saperlo…

Comunque, il Consigliere Elvio Pani lascia la maggioranza senza dichiarazioni: che differenza di stile, tra chi esce senza voler attirare troppo l’attenzione e chi invece come noi convoca conferenze stampa per restare sempre sulla cresta dell’onda!!! O forse non abbiamo nulla da nascondere?
Emanuela Andrini invece dismette i panni del consigliere per indossare quelli del dipendente comunale. E per non farsi mancare nulla, resterà anche a capo di SEL, partito di cui è Segretaria? Aspetteremo questo responso. Ma se quell’aspetto restasse nostro malgrado invariato, dato che i partiti sono per antonomasia “di parte”, immaginiamo lo sforzo titanico che l’ex consigliere-architetto-tecnico-comunale dovrà compiere, dovendo restare imparziale nell’esercizio delle sue funzioni, davanti a un elaborato magari proveniente da quelli che sono pur sempre “avversari”politici.
Questo insieme allo sforzo di dover imparare un mestiere, quello che si appresta a svolgere, dato che il concorso che l’ha portata nelle stanze comunali è un po’ datato e di fronte a questioni molto delicate, come quella sollevata dal Consigliere Brignolo sul calcolo delle cubature nel nuovo PRGC (cfr. post http://www.alpignanosicura.blogspot.it/2014/10/approfondimento-sul-regolamento-edilizio.html), per sua stessa ammissione, dichiara di non aver capito niente.
Riportiamo infatti la verbalizzazione di un intervento della Consigliera Andrini nell’ultimo Consiglio Comunale del 29-09-2014:
Ho faticato lo ammetto pur essendo anch’io architetto a comprendere l’intervento del Consigliere Brignolo, riesco a capire poco le sue perplessità, primo perché abbiamo detto mille volte che non è nostra intenzione fare cassa attraverso l’attività edilizia, attraverso la speculazione fondiaria, la speculazione sul territorio, anche se ammetto le politiche statali non danno altra scelta ai comuni molte volte. Accusarci, ovvero ritenere che si metta in ginocchio l’edilizia applicando una norma del regolamento edilizio tipo della regione, che è in vigore suppongo da parecchi anni, non mi pare sia stato modificato di recente, quindi stare sostanzialmente nella stessa situazione in cui eravamo fino a giugno, in realtà in cui noi siamo fino adesso, visto che stavamo aspettando il nulla osta della Regione che invece ci ferma con questa osservazione per cui sinceramente faccio un po’ fatica a capire questa disparità di trattamento questo regime di transizione questo mettere in ginocchio l’edilizia attraverso un metodo di calcolo dell’altezza. Oltretutto è ancora aperta questa fase di elaborazione dell’allegato energetico (…) ci siamo impegnati a renderla partecipata (…).
Nell’allegato energetico si potrà eventualmente valutare (…) la possibilità di non contabilizzare quella parte di solaio che, al di là delle dimensioni minime strutturali, è realizzata ai fini di “efficientamento” energetico. Forse non ho capito niente io, chiedo il parere dell’assessore Malacrino, mi sembra un po’ inutile rimandare l’approvazione della delibera; però continuiamo a confrontarci”.
Ebbene si, meno male che Malacrino c’è, così può avvalersi delle consulenze di Alpignano SiCura, e confrontarsi con qualcuno che qualcosa, qua e là, capisce.
Ma noi siamo solo all'opposizione, mentre quelli che "non capiscono" li mandiamo all'Ufficio tecnico. E da tante altre parti, come avremo modo di vedere.

giovedì 13 novembre 2014

DI CHI E' L'ACQUEDOTTO



Parliamo tropo poco delle eccellenze del nostro territorio. Qualcuno forse le trascura per disinteresse, qualcuno forse perché le dà troppo per scontate.
Abbiamo già accennato – e ne parlavamo anche nel nostro primo programma elettorale - della Editrice Tallone, dell’Ecomuseo Cruto, del paesaggio, delle sponde della Dora, del nostro patrimonio associativo sportivo; ma abbiamo sempre parlato troppo poco della Società dell’Acquedotto, che è fortunatamente ancora in dote al Comune di Alpignano (il Comune possiede il 69% delle quote societarie e il restante 31% e suddiviso tra provati), che è stata recentemente premiato dalla Camera di Commercio come azienda storica.
La storia del nostro acquedotto inizia infatti nel 1905. Peccato non poter leggere nulla del suo interessante passato, perché nessuna delle voci di menù del sito www.sap-alpignano.it porta a una pagina web leggibile. Né sul sito del Comune, nella sezione trasparenza  (http://www.comune.alpignano.to.it/portals/163/SiscomArchivio/8/SAP.pdf) vi sono riferimenti che possano aiutare a fare qualche analisi significativa. Non ci sono bilanci, non ci sono gli organi, di questo acquedotto, non ci sono notizie dopo il 2009. Eppure di un’azienda come quella avremmo bisogno di saperne molto di più.
E così abbiamo cercato di capire qualcosa di più della storia recente dell’acquedotto, per verificare se tutto funziona al meglio, dal nostro punto di vista.
Il lavoro di approfondimento è come sempre, quando le cose sono così contorte, molto lungo e complesso. In pratica si può solo sapere qualcosa rovistando tra le delibere di giunta o di consiglio o facendo un accesso agli atti. O chiedendo a qualcuno, che abbia voglia di raccontare le sue vicende recenti e passate. Attività che stiamo facendo e che richiede un gran lavoro sui documenti.
Sappiamo che la Società si articola in un Consiglio di Amministrazione di nomina politica (Accalai Presidente, Consiglieri Andrini Morabito –che sostituisce Iguera dopo pochi mesi- e un privato) e che ha dei proventi derivanti dal pagamento delle bollette dei cittadini a cui viene erogato il servizio di acqua potabile.
Una quota di questa bolletta va alla Smat, che è l’azienda che ha in carico la rete fognaria e un’altra ad Aida, il consorzio che depura le acque.
I rapporti tra il Comune e l’Acquedotto sono stati regolati da una Convenzione, che stabilisce l’esclusività dell’erogazione del servizio alla Società Acque potabili di Alpignano (in cambio di 50 lire a metro cubo di acqua erogata), che dal 1935 a oggi è sempre stata rinnovata.
Per capire quale sia il caos che abbiamo oggi, meglio iniziare dalla fine: purtroppo dal 2013 siamo senza convenzione, in quanto la Giunta Comunale, dopo il provvedimento di proroga del 28 febbraio 2013, ha sancito, nemmeno due mesi dopo, il 23 aprile 2013, la revoca della proroga.
Dietro questo cacofonico gioco di parole sta il fatto che la Smat sembra rivendicare una norma che prevede che allo scadere di tutte le convenzioni, se il servizio è affidato a terzi, i beni saranno conferiti a Smat. Il punto è che però rispetto alle osservazioni di Smat non siamo in quella situazione, perché il Comune non è proprietario del 100% delle quote dell’acquedotto.
Il Comune tuttavia ha poi veramente revocato la delibera e quindi Smat, secondo il Comune, ha ragione.
In conseguenza della revoca non risultano accertamenti in merito ai canoni del 2013 e 2014.
Mentre ancora si decide quale sarà l’ente che prenderà il posto delle soppresse Autorità d’Ambito, l’autorità provinciale che si occupava di acque pubbliche, l’acqua per fortuna continua a essere erogata.
Che cosa vogliono fare gli attuali amministratori di questo nostro bene comune? Qui non si tratta di aprire un dibattito di principi sull’acqua pubblica, come da referendum del 2011, quanto piuttosto stabilire se il servizio per i cittadini funziona o non funziona, se è erogato al meglio, se costerebbe di più o di meno in caso di cambio di gestione, ovvero se garantirebbe maggiori o minori tempi di attesa per gli interventi di manutenzione.
Sono molte le zone d’ombra che meritano qualche schiarita, dai lavori pagati, ai canoni versati, che riemergono e riscompaiono tra i residui del bilancio, corrispondenze tra amministratori, gli obiettivi di una scelta piuttosto blindata sul Consiglio di amministrazione venuto fuori dallo spoil system, su cui ci eravamo già pronunciati (vedi comunicato in Consiglio Comunale riportato anche sul nostro blog - http://alpignanosicura.blogspot.it/2012/05/il-nuovo-cda-dellacquedotto-di.html - intitolato provocatoriamente Il “nuovo” cda dell’Acquedotto).
Anche quello dell’Acquedotto Comunale, come tanti altri temi, nelle mani di questa amministrazione potrebbe non trovare risoluzione vantaggiosa per i cittadini alpignanesi, rischiando di diventare un’altra pesante eredità da risolvere per chi gestirà il Comune alla prossima legislatura.

giovedì 6 novembre 2014

LA GRATITUDINE DEL PEDONE



 
Avete mai notato che quando fate attraversare la strada a un pedone, rallentando e fermandovi come si conviene in prossimità delle strisce pedonali, i pedoni ringraziano, sorridono e pure spesso si affrettano, come a non voler dare troppo disturbo?

Chiunque voglia soffermarsi a osservare questo fenomeno, su un arco di tempo piuttosto lungo, si accorgerà che è così (provateci, così almeno i lettori di questo blog inizieranno a dare il buon esempio, che non diventi un fenomeno virale promosso dagli alpignanesi!).

Questo avviene probabilmente perché noi italiani ci stupiamo sempre favorevolmente quando qualcuno rispetta le regole - e quindi automaticamente ci porta rispetto; le regole d’altra parte impongono che l’automobilista rallenti e si fermi in prossimità di svariate situazioni di pericolo, compresi i semafori rossi (arriveremo mica al livello che i pedoni ci ringrazieranno quando attraverseranno con il verde?).

Se la cosa non ci stupisce quando siamo all’estero, nei paesi che per tradizione di costumi riteniamo più civili di noi, in Italia questa attitudine ci colpisce sempre favorevolmente, perché noi stessi, che siamo quasi prevalentemente degli automobilisti, nella maggior parte dei casi non abbiamo voglia di fare questo sforzo: il pedone passerà quando il flusso delle auto, che di diritto hanno assunto il dominio della viabilità, cesserà. Taluni si giustificano addirittura: fermarsi può costare caro al pedone, perché a volte capita che un conducente sovrappensiero non si accorga che il veicolo innanzi si ferma di fronte a un attraversamento pedonale e – imprecando - lo supera tentando di esprimere attraverso l’accelerazione tutto l’odio che ha in corpo. Con gran balzo del povero pedone che comunque ha imparato per fortuna ad attraversare assai guardingo.

E così allo stesso modo ci complimentiamo con il personale di pubblici servizi, quando ci aiuta a risolvere un problema, anche se in fondo fa il lavoro per cui è pagato, ringraziamo i commessi gentili nei negozi, ci stupiamo quando qualcuno ci tiene la porta senza sbattercela in faccia.
L’italica propensione a fare un po’ come ci pare ci ha reso da un lato incapaci di comprendere che sopravvalutare la furbizia prima o poi ci si ritorce contro, ma dall’altro potrebbe farci scoprire un’umanità sconvolgente, nel momento in cui tutti dovessimo cominciare a essere più attenti, gentili e disponibili.

E ora qualche piccolo spiraglio di buona notizia, sugli effetti della prevenzione degli incidenti:

meno incidenti stradali nel 2013 

giovedì 30 ottobre 2014

RIPRESE VIDEO, UN ANNO DOPO

pagina dei collegamenti alle riprese video, dal sito web del Comune di Alpignano


Nel novembre 2011 il Comune di Alpignano ha stabilito di attivare un nuovo servizio per i cittadini, ovvero la registrazione e la messa a disposizione sul sito web del Comune di Alpignano delle videoriprese dei Consiglio comunale, per consentire, a chi non potesse recarsi nella serata stessa della convocazione in sala consiliare, di seguire i lavori del Consiglio, e mandando così definitivamente in pensione l’antiquata e assai impegnativa “sbobinatura” degli interventi dei consiglieri (ma che risultava però molto utile per testimoniare in modo piuttosto rapido il dibattito in consiglio, in caso di bisogno).

Nell’estate del 2013 i filmati, rimasti l’unico documento accessibile direttamente a tutti, sui lavori del Consiglio, non erano più reperibili.

Lo scorso 30 settembre 2013 abbiamo quindi presentato un’interrogazione, per fare presente il disservizio, e per chiedere di fare una valutazione dell’andamento del servizio nei mesi di attivazione, alla luce dei problemi evidenziati e dei dati richiesti, ovvero il numero di accessi e i costi sostenuti.

È emerso che il costo sostenuto per 13 sedute è stato di circa 6800 euro, e che gli accessi complessivi dalla nascita del servizio (gennaio 2012), fino alla data dell’interrogazione, sono stati 2017.

Quindi, tenendo pur valido il dato di 2017 visualizzazioni per 12 sedute, significa che abbiamo una media di 170 visualizzazioni a seduta. Se poi facciamo il conto che per ogni seduta abbiamo un video per ciascuno dei punti all’ordine del giorno e delle interrogazioni, abbiamo una media di 15/18 video a seduta. Significa che ogni video è stato guardato da 10/11 persone, nemmeno il numero complessivo dei consiglieri, che sono 16. Se aggiungiamo il numero dei componenti della giunta, arriviamo a 22 diretti interessati. Per fare un paragone, il nostro blog www.alpignanosicura.blogspot.it ha una media di 400/500 visualizzazioni settimanali, corrispondenti alla pubblicazione di ogni nuovo post.

Ci pare quindi un po’ pochino, per un servizio, che alla comunità costa almeno 500 euro a seduta, e comunque non riesce nemmeno a utilizzare. Dato che i servizi che vengono puntualmente pagati dovrebbero anche funzionare, e quando vengono attivati servizi nuovi bisognerebbe fare una valutazione in itinere della loro efficacia, come avevamo richiesto nel consiglio del 30 settembre scorso, sarebbe auspicabile che la commissione consiliare permanente, da cui scaturiscono i regolamenti, valutasse a posteriori se il servizio soddisfa o non soddisfa. E, in tal caso, definire un percorso per il suo potenziamento, pubblicizzandolo, o, in caso estremo, annullarlo.

Il problema grave, tuttavia, al di là dei dati, è che il servizio, nonostante la nostra interrogazione, ha continuato a non essere disponibile per diverso tempo, per cui abbiamo inviato una lettera all’Ufficio di segreteria del Comune di Alpignano, per ri-sensibilizzare sulla questione, lo scorso 7 gennaio 2014. Sembrava che la questione fosse legata a problemi di esternalizzazione del servizio - lo scaricabarile è pratica consueta quando le cose non vanno - e che si sarebbe provveduto.

Grazie anche ad articoli apparsi sui giornali, il servizio è stato quindi successivamente riorganizzato e ha ripreso più o meno a funzionare, anche se in modo approssimativo. Il risultato è che a oggi il servizio non è efficace: si trovano solo le riprese del 2014 (a cui si accede tramite un link in codice riportato in un file pdf!!!), non si sa che cosa si sta cercando perché non ci sono indici, ma soprattutto non esiste un archivio delle riprese degli anni precedenti.


Molti di questi link poi non funzionano e l’utente non può far altro che raccogliere le scuse: Sorry, the page you requested cannot be found.


Se invece si sceglie il link al Sito delle Riprese video comunali il risultato è che è “Impossibile contattare il server”. E chissà se qualcuno ha già provato ad accedere allo streaming. Ci piacerebbe saperlo dai vostri commenti.


Come possiamo non rilevare queste cose? Dobbiamo continuare a portare pazienza? Ma non basterebbe aprire un canale Youtube?


Su questa disfunzione – come su tante altre - vale la pena continuare a tenere viva l’attenzione, perché molto spesso si danno per scontati alcuni temi (vedi quello del wi-fi, dato per acquisito quando invece non funziona, quello della mensa, su cui continuano a fiorire lamentele, per non parlare dell’assurda attesa dei lavori del sottopasso di Via Pietre), su cui si appoggia la propaganda delle cose fatte, mentre non ne abbiamo alcun beneficio concreto.

Le cose non bisogna farle per farle, solo per poterle inserire nella check list dell’autoelogio, ma devono essere concepite come un reale servizio per il miglioramento della qualità della vita della persone. Anche e soprattutto a partire dalle piccole cose.

venerdì 24 ottobre 2014

ALPIGNANO METROPOLITANA

Veduta di Torino Antica e del suo territorio


La Città metropolitana è stata istituita da una legge, la n° 56 del 7 aprile 2014, o cosiddetta “legge Delrio”.

Da allora a oggi non è stata praticata nessuna significativa operazione di divulgazione di quali siano le ragioni della sua costituzione e degli obiettivi che si pone il governo, nel trasferire alcune competenze dalla Provincia a questa nuova entità.

La sua imminente entrata in funzione prevede alcuni passaggi che ne determinano l’ambito operativo. Il primo passaggio è stato l’elezione di un Consiglio metropolitano, avvenuta il 12 ottobre scorso, che segue indicativamente la costituzione di una qualsiasi consiglio comunale: formazione di liste dei candidati, raccolta di firme nella misura del 5%, presentazione del simbolo e del nome della lista. La lista dei candidati è composta da soli consiglieri comunali in carica e da Sindaci, deve essere sottoscritta da consiglieri comunali e sindaci e può essere votata solo da consiglieri comunali e sindaci.

Per il nostro territorio si sono presentate tre liste: una composta da una compagine che riflette in questo momento la struttura dei partiti che governano l’Italia, una composta da Movimento 5 Stelle e la terza da partiti che si sono attribuiti il titolo piuttosto fuorviante di “Lista civica per il territorio”, senza esserne reale espressione, essendo rappresentata da Fratelli d’Italia e Lega Nord.

Va da sé che in questo modo è abbastanza facile capire dove si sarebbe andati a finire e difatti per l’area Metropolitana torinese il risultato era scontato.

Davanti a questo scenario, occorre capire quale sarà il ruolo delle vere liste civiche, che nascono ormai numerose nella grande provincia torinese, che pur rinunciando ai rapporti con i partiti hanno una caratterizzazione locale, ma sono portatrici di istanze e di visioni comuni molto forti e omogenee (concretezza dei bilanci, attenzione agli sprechi, visione del territorio come bene comune, partecipazione).

Il nodo su cui occorrerà discutere e confrontarsi è quindi quello della rappresentanza delle istanze civiche dei territori, che non hanno nessuna concreta possibilità di emergere, a meno di riuscire a organizzarsi in una lista ad hoc per la prossima tornata elettorale (che avverrà con le elezioni comunali di Torino).

Ma che funzioni assume questo ente e come si articoleranno le competenze ereditate dalla Provincia che comunque non scompare?

La scarsa informazione – magari non per cattiva fede, ma perché forse nessuno ha ben chiaro dove andare a parare – non permette di avere le idee chiare sui futuri scenari: come si rapporta la Città metropolitana ai comuni che non hanno eletti al suo interno, che ne sarà delle piccole realtà, si va veramente verso l’unione dei comuni?

In questo momento il Consiglio metropolitano sta lavorando allo Statuto, che deve obbligatoriamente entrare in vigore entro il 31 dicembre 2014 attraverso l’approvazione da parte della Conferenza metropolitana (composta da tutti i Sindaci della Provincia di Torino). Ma dato che l’eventuale mancata approvazione non prevede sanzioni, c’è da immaginare che prima di giugno (termine oltre il quale l’ente verremmo commissariati) non vedremo molto.

Con questo documento si stabiliranno le modalità con cui i vari Sindaci dei comuni del torinese dovranno formulare gli indirizzi politici e organizzare i servizi per un territorio più vasto di quello che li ha eletti, trovandosi da un giorno all’altro a dimostrare magari competenze che non ci sono. Immaginate questo scenario per Alpignano, dove non si sa nemmeno ripristinare qualche metro quadro di porfido!

Dall’altra parte, i consiglieri Sindaci eletti nel Consiglio metropolitano, oltre che occuparsi della loro città, dovranno pensare al territorio al di fuori dei confini comunali, come una nuova regione da governare, svolgendo alcune funzioni che propriamente erano in capo alla Provincia di Torino.

Una bella responsabilità, che solo una nuova generazione di amministratori con una visione meno campanilistica e legata al mantenimento del consenso tra i propri elettori può avere, e che dovrà necessariamente essere dimostrata durante la campagna elettorale locale.



E per dimostrare che molti dei nostri principali esponenti politici sono persone semplici, simili a tutti noi, un video “virale” che da ieri rimbalza sul web, sull’autore della legge citata in apertura di questo post: