giovedì 27 giugno 2013

E IO PAGO...

Abbiamo affrontato la settimana scorsa il tema della gestione della polisportiva al Belvedere, che comprende piscina e campi sportivi.
Oggi è finalmente stato pubblicato il bando per la gestione, che stiamo aspettando da tanto tempo (http://www.comune.alpignano.to.it/DettaglioNews/tabid/12263/Default.aspx?IDNews=11105), che già risponde a uno dei quesiti posti: effettivamente i lavori straordianari previsti (per 160.000 euro) andranno a scomputo del canone d'affitto, il che significa che con buona probabilità per i prossimi 5 anni il Comune non incasserà nulla.
Intanto, nell'attesa che si compia il percorso di assegnazione dell'impianto nel suo complesso, dobbiamo capire se il gestore uscente sarà in grado di saldare i debiti accumulati dal 2011.
Abbiamo preparato una interrogazione per il prossimo Consiglio Comunale, che si svolgerà il 4 luglio, per avere alcuni chiarimenti su questi aspetti economico-finanziari, che resteranno da definire. 

GESTIONE DELL’IMPIANTO NATATORIO E CAMPI SPORTIVI DA PARTE DELLA DITTA INDIVIDUALE NUOTO SAN MARCO
 La sottoscritta, Consigliere Comunale, ai sensi del vigente regolamento del Consiglio Comunale di Alpignano,
 PREMESSO CHE
 ·      la Società Nuoto San Marco s.a.s. ha avuto in gestione temporanea la struttura comunale, dal 1-1-2010 fino al 30-4-2011;
·      con Decreto Prefettizio n° 62 del 28-4-2011 è stata prorogata la gestione fino al 31-12-2011;
·      per entrambi questi affidamenti sono state stipulate le debite fideiussioni (37.500 euro e 25.000 euro);
·      la Società Nuoto San Marco s.a.s. ha cambiato ragione sociale nel settembre 2011, divenendo Ditta individuale Nuoto San Marco di Antonaccio Mara;
·      con Delibera di Giunta n° 42 del 29-3-12 è stata nuovamente prorogata la gestione, scaduta il 31-12-2011, alla suddetta ditta, fino al 31-12-2012, portando tuttavia la quota di canone da 150.000 euro (per 16 mesi) a 36.000 (per 12 mesi);
·      per tale ulteriore rinnovo è stata richiesta una fideiussione di 2975 euro;
·      la Ditta che non ha completato il pagamento del canone stabilito per il 2011, versando circa 35.000 euro su 150.000;
·      per il versamento del canone residuo dovuto per il 2011 la Delibera di Giunta n° 109 del 19-7-2012 ha imposto un piano di rientro tramite una rateizzazione, che prevede 30 rate da circa 3970 euro, comprensivi di interessi, da versarsi tra l’agosto 2012 e il gennaio 2015;
·      non è stata presentata la fideiussione richiesta di 115.355 euro, a copertura di tale importo;
·      la Delibera di Giunta n° 191 del 20-12-12 ha stabilito che tutte le concessioni per gli impianti sportivi comunali siano prorogate, senza possibilità di ripetizione, al massimo fino al 31 luglio 2013;
·      la Determina Dirigenziale n° 583 del 27-12-2012 ha rinnovato di fatto la concessione dell’impianto alla Nuoto San Marco fino al 31-7-2013, per 21.000 euro;
 CONSIDERATO CHE:
 ·      dal 2011 l’amministrazione è a conoscenza che la società versa in difficoltà economiche, ma ha comunque rinnovato per altre due volte la concessione, estinguendo addirittura le fideiussione da 37.500 euro;
·      non è stata presentata la fideiussione, come previsto dalla Delibera di Giunta n° 109 del 19-7-2012, pari all’importo da rateizzare, di circa 115.000 euro;
·      è da dicembre 2012 (mese dell’ultimo rinnovo) che non vengono più pagate le rate, e quindi su 30 rate dovute ne sono state a oggi versate solo 5;
 CHIEDE AL SINDACO E ALLA GIUNTA:
 ·      di riferire a questo Consiglio Comunale perché non sia stato applicato l’articolo 4 della Delibera di Giunta n° 109 del 19-7-2012, che prevede la revoca, in caso di mancato versamento della fideiussione o di pagamento delle rate, del provvedimento di proroga di gestione dell’impianto, già lo scorso febbraio 2013;
·      di specificare quale garanzia abbiamo oggi di recuperare la cifra dovuta per il 2011;
  se la società è in regola con i versamenti, peraltro abbondantemente ridotti, dovuti per il 2012 (36.000 euro) e il 2013 (21.000 euro).

giovedì 20 giugno 2013

ABBIAMO UNA PISCINA!


I problemi non si possono risolvere
con il modello di pensiero
che li ha originariamente provocati

Albert Einstein

Stiamo provando da qualche tempo a ricostruire la storia della piscina di Alpignano. Ci interessa perché in molti ci hanno fatto notare che esistono alcuni aspetti ancora poco chiari, sia nella sua genesi, sia nella sua realizzazione, sia nella sua gestione. E ci interessa approfondire questi aspetti, soprattutto perché noi, avendo avuto l’ambizione di candidarci ad amministrare questo paese, pur essendo oggi solo una piccola e insignificante voce che si leva dalla minoranza, dobbiamo conoscere anche vicende del passato, soprattutto se si tratta di questioni che graveranno pesantemente sui bilanci comunali ancora per molti anni.
La storia della piscina è molto complessa, perché si avvia nel lontano 1998 e gli atti da analizzare sono centinaia.
Ciò che possiamo iniziare a dire è che tutto sembra aver avuto inizio nel 1998, secondo un disegno politico delineato dalla giunta Accalai. Erano i tempi della prima giunta Accalai (1993-1999), quando Agrimano era già vice-sindaco, Malacrino era già assessore e comparivano anche alcuni protagonisti dell’attuale maggioranza (Favorito, Tucci).
L’idea prese la sua configurazione definitiva nel 2000, quando, su relazione dell’allora Assessore Da Ronco, contro il parere di una commissione  (di cui stiamo aspettando gli atti), si stabilì dunque di procedere alla realizzazione dell’impianto (Delibera di Consiglio 61 del 2000).
Il procedimento avviato prevedeva che la piscina venisse realizzata su un terreno di proprietà comunale, da parte di un concessionario privato, la Eurosporting s.p.a. (che a sua volta per una clausola della convenzione passa la mano a Sporting Alpignano s.r.l.), che avrebbe goduto del diritto di superficie gratuito per trent’anni. Il beneficio per il comune era che alla fine dei 30 anni l’impianto sarebbe divenuto di proprietà comunale.
Costo complessivo stimato: circa 4.400.000 di euro, finanziati con un mutuo del Credito Sportivo, contratto dal concessionario privato.
L’operazione prevedeva che garante dell’operazione diventasse il comune: ovvero in caso di intoppi, il mutuo l’avrebbe pagato il Comune. E così purtroppo è avvenuto, con modalità e cause che dobbiamo ancora comprendere e verificare. Questo passaggio cruciale è stato ratificato nel 2002 (ai tempi della II giunta Accalai, quando ritroviamo Malacrino, Agrimano e Zio tra gli assessori, mentre Da Ronco rassegna le dimissioni alla fine del 2001, e poi Tucci e Scaglione tra i consiglieri), con la delibera di Consiglio 45 del 2002, in cui si approva che il comune versi una fideiussione pari all’importo del mutuo. L’aspetto più curioso è che il Sindaco Accalai, in un passaggio, si dichiara assai sorpreso che la delibera non venga approvata all’unanimità (lo stesso Agrimano è contrario), dato l’evidente “vantaggio alla cittadinanza”. Ma in che modo venne indagato questo vantaggio, soprattutto alla luce del fatto che Alpignano è circondata da piscine e che molti alpignanesi, ancora oggi, preferiscono andare a nuotare a Pianezza, Rivoli, Collegno, Grugliasco?
Per ora ci limitiamo a dire che “il vantaggio per la cittadinanza” è un debito di circa 283.500 euro all’anno, di cui circa 83.500 euro di soli interessi (fonte, bilancio consuntivo 2012). E questo succederà fino al 2029. Tutte risorse che avrebbero potuto essere impiegate per altri scopi, insieme ai mancati utili. A queste spese si aggiungono decine di migliaia di euro di spese di manutenzione straordinaria (a oggi ne abbiamo documentate circa 66.000) e più di 100.000 euro di spese legali (sempre a tutt’oggi). E per sistemare tutto l’impianto, in vista di un nuovo affidamento, servirebbe un investimento di circa 160.000 euro (D.G. 79/2013 del 28-5-13), che il bando di gara di imminente uscita assegna al futuro gestore. In cambio di che cosa, di uno scomputo dell’affitto, o a fondo perduto?
Ma allora, qual’è stata la visione politica che ha permesso di approvare questa operazione?
Perché il progetto di realizzare una piscina fu approvato, nonostante il parere contrario della Commissione?
Ma poi, perché il Comune si è reso garante di un’operazione imprenditoriale interamente privata (dubbio che ha già portato il Pdl a fare un esposto alla Corte dei Conti)?
E il diritto di superficie continua a essere in capo alla società Eurosporting s.p.a.?
E poi c’è ancora tutta la storia della gestione, che stiamo analizzando. Ma una domanda già subito ce la poniamo: perché a un gestore che continua ad accumulare debiti con il comune, sono state continuamente prorogate le convenzioni per la gestione dell’impianto, tra l’altro a tariffe sempre più basse, e concesse facilitazioni per i pagamenti dell’affitto, che invece non viene versato? 
Noi da soli non siamo in grado di dare risposte a questi dubbi, e stiamo ancora studiando, ma fortunatamente molti dei protagonisti delle due “ere Accalai” sono oggi in maggioranza e potranno riferire, un po’ alla volta, come sono andate le cose. 
Solo una battuta, ci concediamo in conclusione di questa prima “inchiesta”: alcuni dei soggetti, che allora prendevano le decisioni, prendono le decisioni oggi, e stanno per mettere le mani sul patrimonio elargito dalle Ferrovie per dare vita a un’altra operazione di interesse pubblico, il sottopasso di Via Verdi. Con la stessa visione, con buona probabilità, di “vantaggio per la cittadinanza”.
Possiamo stare tranquilli? Se anche non avesse la stessa sfortuna del Movicentro, che ha subito il fallimento dell’impresa e l’abbandono del cantiere per qualche anno, il futuro cantiere del sottopasso potrebbe diventare l’ennesimo capitolo dei sogni infranti di questo nostro succube paese.

martedì 11 giugno 2013

UN CONSIGLIO MONOPUNTO

Pubblichiamo questa settimana il testo della mozione che Alpignano SiCura avrebbe avuto piacere di illustrare al Consiglio Comunale perevisto per domani sera, 12 giugno 2013, alle ore 20.30.
Occorre discutere ancora una volta pubblicamente, secondo noi, i termini della Convenzione siglata tra Comune e RFI, per la soppressione del passaggio a livello, perché è arrivato il momento che l'amministrazione dica chiaramente ai cittadini che cosa intenda fare con i 2.800.000 euro di compensazione ricevuti dalle Ferrovie.
La conferenza dei capigruppo (svoltasi il 6-6-13) ha tuttavia bocciato la proposta di inserire questo punto all'ordine del giorno della discussione, compreso il PD - che però da giorni sta diffondendo per mail, via facebook e tramite affissioni nella sede di partito, un volantino contro la realizzazione del sottopasso di via Verdi. Si sono addotte improbabili ragioni di "risparmio": che cosa si risparmia, il consumo del tessuto delle sedie? Un Consiglio Comunale, una volta convocato, costa sui 5000 euro a seduta (un migliaio di euro in meno se escludiamo le riprese video), quanto può cambiare se lo facciamo durare un po' meno? E con quale legittima motivazione il Presidente del Consiglio può richiedere e ottenere "di fare in fretta"? Anzi, a maggior ragione, dato che si convoca una Consiglio Comunale a causa di alcune urgenze legate a scadenze amministrative, per evitare che si spendano soldi pubblici per un unico punto di carattere meramente burocratico, dovrebbe quanto meno essere lasciato spazio alle interrogazioni, e ad altri argomenti di interesse pubblico. Il Consiglio Comunale è l'unico organo in cui noi possiamo portare le nostre argomentazioni, visto che non abbiamo altri spazi: se iniziamo a tagliare anche su questo, quali occasioni restano a noi dell'opposizione per il confronto politico?

Domani sera verrà invece discusso UN UNICO PUNTO (la rateizzazione della TIA). Niente comunicazioni, niente interrogazioni, niente mozioni. E allora niente Alpignano SiCura. In questo atto di deliberazione non troviamo nulla di politicamente rilevante. Il Comune potrà così risparmiare ulteriori 20 euro, dovuti come compenso al nostro Consigliere.
Ma se non dovesse essere previsto fino a settembre nessun altro consiglio, allora, purtroppo, saremo costretti a coinvolgere i consiglieri di opposizione nel richiedere un Consiglio Comunale straordinario, vanificando così il presunto obiettivo di risparmio! Perché ci sono ancora troppi dubbi su questa Convenzione.

OGGETTO: MOZIONE PRESENTATA DA ALPIGNANO SICURA, AI SENSI DELL’ART. 15, C. 9, DEL REGOLAMENTO PER L’ORGANIZZAZIONE E IL FUNZIONAMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE.
RICHIESTA INFORMAZIONI E DATI SULLA CONVENZIONE TRA COMUNE DI ALPIGNANO E R.F.I.

PREMESSO
  • che il Consiglio Comunale del 17 maggio 2012 ha approvato una convenzione con R.F.I., finalizzata al rilascio di un contributo in seguito alla soppressione del passaggio a livello ancora presente sul territorio comunale;
  • che in seguito alla soppressione di suddetto passaggio è stata previsto di finanziare, con il suddetto contributo, la realizzazione delle seguenti opere:
1) adeguamento del sottopasso pedonale di Via Pietre con eliminazione della barriere architettoniche e realizzazione di finiture varie
2) nuovo tratto di viabilità stradale con costruzione di sottopasso ferroviario e di rotatoria in territorio di Alpignano nel tratto compreso tra via Rivoli e Via Valle
3) passerella/sottopasso pedonale di collegamento fra la via Verdi e la via XX Aprile e in asse al PL da sopprimere
4) realizzazione di un sottopasso pedonale in Stazione di Alpignano, con chiusura dell’attuale, per l’adeguamento dei marciapiedi di accesso ai treni ed eliminazione del marciapiede intermedio (a carico di R.F.I.) per l’utilizzo del 1° e del 2° binario;
  • che nella suddetta seduta il Consiglio Comunale ha richiesto di modificare l’art. 2 della Convenzione, per meglio specificare le opere da realizzare, come segue:
1) adeguamento del sottopasso pedonale di Via Pietre con eliminazione della barriere architettoniche e realizzazione di finiture varie
2) nuovo tratto di viabilità stradale con costruzione di sottopasso ferroviario e di rotatoria in territorio di Alpignano fra la via Rivoli e la ex provinciale n° 178
3) sottopasso viario e pedonale di collegamento fra la via Verdi e la via XX Aprile e in asse al PL da sopprimere
4) realizzazione di un sottopasso pedonale in Stazione di Alpignano, con chiusura dell’attuale, per l’adeguamento dei marciapiedi di accesso ai treni ed eliminazione del marciapiede intermedio (a carico di R.F.I.) per l’utilizzo del 1° e del 2° binario;
  • che R.F.I. ha rigettato questa modifica, per cui il Consiglio Comunale, nella seduta del 27 novembre 2012, ha riapprovato la Convenzione nella sua versione iniziale.
 CONSIDERATO CHE
 non essendo stato presentato uno studio di fattibilità non è ancora possibile conoscere quali saranno effettivamente le opere da realizzare;
  • è necessario definire, attraverso un Piano del Traffico, l’impatto di nuove infrastrutture nell’intero territorio comunale, per capire come varieranno i flussi di traffico anche rispetto all’entrata in funzione del Movicentro;
  • tuttavia l’amministrazione è fermamente convinta a realizzare un sottopasso veicolare, anche a senso unico, tra Via Verdi e Via XXV Aprile;
  • tale soluzione ha trovato scarso consenso tra i residenti della zona e tra le forze politiche di opposizione;
  • l’amministrazione comunale intende conferire un incarico professionale volto a far partecipare i cittadini alpignanesi alla discussione su tale proposta;
  • l’esito di tale consultazione potrebbe anche dare luogo alla necessità di trovare soluzioni alternative;
 SI PROPONE CHE IL CONSIGLIO COMUNALE DELIBERI

di impegnare la Giunta a fornire, entro il termine proposto del 30 settembre 2013:
·       rispetto alle opere stabilite dall’art. 2 della Convenzione, uno schema progettuale di prefattibilità;
·       un piano del traffico;
·       il cronoprogramma dei lavori e gli stanziamenti previsti per ciascuna delle opere individuate;
·       una valutazione di carattere tecnico-politico, per un attraversamento nord-sud del Comune di Alpignano alternativo al sottopasso di Via XXV Aprile, che contempli l’adeguamento del sottopasso ferroviario esistente, e della viabilità insistente tra la Via Valle di Alpignano e il Comune di Rivoli.

P.S. ti chiediamo per favore di stampare questo post e di consegnarlo a qualcuno che sai che non usa Internet. In questo modo ci aiuterai a condividere il nostro lavoro, tra chi pensi possa gradire le nostre informazioni.

giovedì 6 giugno 2013

RICOMINCIARE DALLA SCUOLA PUBBLICA?

 "Il mio dovere è di avvertirti che se quello che tu dici 
adesso non è vero, la mia assoluzione non ha alcun valore
 ... sai che cosa ti aspetta se tu mi inganni?
"Che cosa?"
"La dannazione."


Alberto MORAVIA, Il conformista, 1951, p. 108 ed. Bompiani

Ci sono certi temi che non devono spaventare, e soprattutto non devono dividere.
Ci siamo resi conto che il post della settimana scorsa ha dato luogo a diversi fraintendimenti e molte strumentalizzazioni, perché quando si infrangono i tabù non tutti sono preparati e si preferisce stravolgere il senso che chi scrive vorrebbe dare al proprio contributo, piuttosto che aggiornare le proprie riflessioni.
E quindi c'è chi strumentalizza l'occasione per mettere in evidenza inesistenti attacchi alla religione cattolica (e poi siamo noi i fomentatori...), c'è chi si preoccupa solo di attriti all'interno di partiti che devono misurare la coerenza dei propri manifesti con le persone che li compongono, e c'è chi invece confonde la riflessione con una presa di posizione personale contro qualcuno o contro qualcosa.

In realtà il vero movente dell'articolo della settimana scorsa sta nella domanda finale: stiamo ancora rispettando i principi per cui nascono le scuole parificate (che siano laiche o confessionali non fa differenza), oppure sono un rifugio per famiglie che pensano di salvaguardare i propri figli dalle differenze, che sono la caratteristica della scuola pubblica?

Un pubblico amministratore che continui a reiterare le stesse procedure, senza sottoporle continuamente a verifica, rischia di far perdere identità al proprio operato e ci sono alcune questioni troppo importanti per non essere ridiscusse nella loro essenza. La scuola è una di queste.

Desidero pubblicare per questa settimana la lettera che Gianni Brignolo, coordinatore di Alpignano SiCura, ha scritto, in sintonia con alcune discussioni condivise sullo stato di fatto e il destino della scuola pubblica non solo locale, ma "ministeriale". Siccome la scuola dell'obbligo dovrebbe essere il luogo in cui si formano la cultura individuale e la vita di relazione, solo se arricchita dalla straordinaria articolazione sociale che caratterizza l'istituzione pubblica, si recupera il giusto valore di questa esperienza. Se vogliamo migliorare la società dobbiamo porci il problema se ridare centralità alla scuola pubblica.

"Il post [...] offre ampi spazi alla discussione.
Lasciamo da parte le facili polemiche del tipo scuola privata = scuola confessionale. Oggi non è nemmeno più così e spesso chi sceglie la scuola privata non lo fa nemmeno più per scegliere una sorta di modello educativo. Basterebbe guardare quanti asili privati sono nati nelle nostre città. La maggior parte di questi non sono tenuti da enti religiosi o confessionali.
Il problema sollevato è giusto, condivisibile e se vogliamo una Italia (o Alpignano) migliore da lì dobbiamo partire, senza paure, senza preconcetti, senza divisioni ideologiche.
La provocazione è giusta!
Un'amministrazione (ma qualsiasi cittadino) per sua scelta deve credere e fare di tutto per rispettare la costituzione, perchè crede che l'istruzione sia un valore aggiunto, perchè crede che educare alla "pluralità" e all'inclusione sia l'unica via per dare alle nuove generazioni grandi e grosse prospettive.
Noi dobbiamo finanziare ed esigere una scuola laica, pluralista e liberale, indipendentemente da chi la dirigerà, meglio se un ente pubblico.
Dobbiamo quindi chiederci, prima ancora di come destinare delle somme, se la scuola e l'istruzione sono per noi fondamentali. Poi allora ci chiediamo quale scuola vogliamo sostenere, quali obiettivi vogliamo raggiungere, quali priorità dare alla scuola e allora quali risorse siamo disponibili ad assegnare.
Il problema è però ancora più profondo, perchè per fare questo tipo di scelta ci vogliono amministratori con le idee chiare su quelli che sono i propri obiettivi e con la ferma convinzione che una nuova visione della nostra società parta dalla scuola, prima ancora che luogo in cui fornisco delle nozioni, luogo dove educo a un modo di essere, a un modo di affrontare la vita di domani.
Parlare solo di somme da destinare alle strutture, seppur importante, è riduttivo.
Una somma può essere tanto, poco o troppo, bisogna vedere a che cosa si riferisce, che cosa si vuole ottenere con i soldi stanziati.
Vi inviterei a riflettere su una frase sentita a un convegno da parte di una responsabile del Provveditorato della zona di Mondovì, ove si asserisce che spesso le somme stanziate per le scuole dalle amministrazioni sono persino abbondanti, il problema è che vengono sprecate in situazioni che non hanno nessuna valenza per la scuola stessa. Mi piacerebbe riportarvi anche altro, ma sarebbe troppo lungo.
Spesso invece si danno delle risorse senza aver chiaro l'obiettivo che si vuole raggiungere.
Sarebbe opportuno che un'amministrazione avesse la forza e la capacità di far sedere intorno allo stesso tavolo dirigenti scolastici, rappresentanti degli insegnanti, dei genitori con un patto che sia chiaro: io investo, ma voi investite (non necessariamente in denaro) insieme a me! Mettere soldi nelle strutture è importante ma non basta. Ci vuole coraggio, voglia di rischiare per una causa giusta! Ci vuole una scuola che metta al centro gli studenti.
Ci vogliono strutture adeguate, ma ci vogliono docenti preparati, appassionati, attenti, progetti scolastici coinvolgenti, obiettivi e situazioni adeguati ai bambini e ai ragazzi di oggi, che parlino al territorio, al mondo del lavoro, contestualizzate, capaci di interpretare i segni e i sogni dei ragazzi. La sola buona volontà dell'amministrazione non basta anche se è fondamentale. Si direbbe in gergo matematico CONDIZIONE NECESSARIA MA NON SUFFICIENTE. Qui ad Alpignano, siamo ancora un passo indietro. Ci preoccupiamo solamente di fare investimenti per non avere responsabilità o perchè si è sempre fatto così. Una amministrazione DEVE sostenere la scuola pubblica, ma deve avere il coraggio di imporre in forza della costituzione un patto che è molto semplice: io investo perchè credo nella scuola pubblica, ma esigo che ai miei investimenti ci sia una risposta altrettanto forte da tutte le componenti che compongono la scuola. Ognuno deve mettere al primo posto i bambini perchè solo così costruiremo una società migliore: qui invece abbiamo un'amministrazione che cerca di spendere il minimo indispensabile per non avere denunce, una dirigenza che si preoccupa anch'essa di non avere denunce, ingabbiata in formalismi, regole, burocrazia  un corpo insegnanti che non vuole essere giudicato e per tanto impegnato a rispettare le formalità imposte dal ministero in modo da non accollarsi nessuna responsabilità, il personale ATA a cui interessa mantenere il proprio ruolo indipendentemenete che sia necessario oppure no, i genitori a cui preme che i propri figli stiano a scuola il più possibile, senza chiedersi in che modo venga impegnato il loro tempo, che spesso si preoccupano solamente che si abbia un risultato scolastico possibilmente migliore di quello dei propri parenti più stretti o che si sia svolto sulla carta un programma più corposo rispetto a quello dei figli dei propri colleghi di lavoro, indipendentemete sull'efficacia di quanto appreso. 
E I BAMBINI? LE LORO ESIGENZE, LA SCUOLA CHE IMPLEMENTA, CHE INTEGRA, CHE INTERESSA, CHE INTERAGISCE, CHE SCOPRE, CHE ESCE DAL SUO GUSCIO ... UNA SCUOLA A COLORI, CHE VIVE I CORTILI ANCHE FUORI ORARIO SCOLASTICO, CHE INTERAGISCE CON IL TERRITORIO, CON I LABORATORI, CON LA TECNOLOGIA, CON IL MONDO DEL LAVORO ... CHE SI INCURIOSISCE, CHE FA CRESCERE LE DIVERSITA'?
In questo vorrei l'impegno di una Amministrazione Pubblica. Non è una questione di finanziamento. Mi piacerebbe che un genitore di fronte a una scuola privata che magari gode anche di maggiori finanziamenti (non necessariamente dall'ente Pubblico) sceglie per il proprio figlio una scuola pubblica perchè migliore, non tanto (o non solo) nei mezzi, ma nelle idee, nei metodi, negli obiettivi. Ecco dove ritrovo i concetti di "laico" e "liberale". Una scuola pubblica che goda delle migliore risorse: ma le migliori risorse non sono solo le somme in denaro, ma anche preparazione degli insegnanti, interesse, efficacia, efficienza, sinergia, diversità, interesse, curisosità, e anche nozioni e regole di vita. Se la mettiamo solo in una sorta di ridistribuzione di risorse affrontiamo solo una parte del problema. La competitività della Scuola Pubblica deve partire direttamente dalla capacità, dalla passione e dal coraggio degli attori e solo dopo dalle risorse.
Io ho le netta sensazione che questa amministrazione non abbia assolutamente i "numeri" per concepire e affrontare una battaglia di questo tipo. [...] Magari il tema del finanziamento alla scuola privata potrebbe essere il presupposto per incominciare a credere (ma anche a esigere) in una scuola pubblica migliore, anche a partire dal suo finanziamento, dove forse si può intervenire politicamente in modo più immediato. Un punto da cui partire bisognerà pure trovarlo, anche se non è il più importante!"