Questa campagna elettorale è stata talmente incredibile che si fa
fatica a descriverla.
Tanto era impensabile immaginare le assurdità accadute, quanto è assurdo rendersi conto che sono
successe veramente.
Era assurdo pensare che il Pd avrebbe messo da parte Matteo Renzi,
lasciandosi scappare anche la possibilità di aprire un dialogo con Monti (con Renzi premier e Monti Ministro
dell’economia si sarebbe fatto l’en plein?) - e invece è successo -; era assurdo pensare che Berlusconi stesse
pianificando un rientro trionfale sulla scena, con un’escalation di sparate
inimmaginabili - e invece è successo -; era assurdo pensare che un premier tecnico, che
aveva giurato e spergiurato di non candidarsi, si sarebbe rimangiato tutto in due giorni,
per di più accogliendo due vecchi volponi in evidente declino - e invece è successo -;
era assurdo pensare che un movimento popolare guidato da un geniale ed energico comunicatore
trionfasse nello stupore generale - e invece è successo.
Ma tra le quattro cose evidenziate la più prevedibile era
l’ultima.
Erano anni che Beppe Grillo stava raccontando i
desideri evidentemente di un’altra Italia, che non è quella che conoscono i
politici "di professione", che stava chiedendo alla classe politica e alla classe
dirigente di questo paese di cambiare rotta, perché avevano perso completamente di vista la realtà. Erano anni che stava prendendo forma un movimento che avrebbe raccolto consensi puntando su una proposta molto semplice: liberare la politica da soldi e affari. E invece di capire, leaders e giornali l'hanno liquidata come ANTIPOLITICA.
Da anni i comitati costituitisi dapprima attraverso il blog di Beppe Grillo, poi diventati vere e proprie reti territoriali ancora prima di diventare un
partito, affrontavano temi importanti, di cui i partiti si erano scaricati la responsabilità politica,
uno fra i primi il precariato giovanile, che sarà la vera bomba con cui i
governi faranno i conti tra qualche anno; poi la gabbia della finanza internazionale, le opere pubbliche destinate solo ad alimentare il triangolo politica-imprese-mafia, la corruzione,
le aziende italiane svendute e ridotte all’osso, sanità e scuola sull'orlo del collasso, la devastazione del territorio, il concetto di bene pubblico, la solidarietà…
C’era tutto il tempo affinché anche
i partiti si rimpossessassero del loro ruolo sociale e iniziassero ad affrontare
la realtà di questi temi… invece si sono ritirati nei loro gusci dorati a rimpinzarsi e a
spartirsi quel poco che era rimasto. E non sono bastati tutti gli
scandali impensabili, venuti alla luce di recente, a evitare lo sfacciato presenzialismo dei vecchi leaders, che, in questa incredibile
campagna elettorale, hanno fatto finta di niente, facendo anche scomparire dal loro repertorio di retorica la parola “crisi”.
C'era tutto il tempo per capire ... invece no, nessuno l’ha capito, scambiando questo movimento, fatto da
persone che vivono la vita vera di tutti i giorni, senza apparati
antiquati e castranti, per una setta di nerds chattanti in un mondo
virtuale impalpabile quanto aleatorio.
Come se invece le sedi locali dei partiti oggi pullulassero di cittadini pieni di energie da mettere a disposizione della comunità!
Ora tutti faranno le loro analisi politologiche, diranno tutto e il contrario di tutto, pro e contro, dimostrando ancora di più di non aver capito la lezione: assumersi le responsabilità della crisi e mettersi al lavoro per cambiare le regole del gioco.
Osservare la realtà, comprendere che è giunto il momento
di cambiare strada, tornare a rivolgersi ai lavoratori, ai giovani, a parlare di equità e giustizia sociale sono i primi passi. Gli italiani hanno un gran bisogno di essere rappresentati
da persone oneste e con una gran voglia di lavorare, per risollevare il destino di una
nazione che ha ancora molte potenzialità, a partire dalla scuola; invertire
la tendenza del mondo degli affari, sciogliendo l’intreccio perverso che ancora
porta i partiti a piazzare le proprie pedine dove la politica non c’entra
nulla; stare bene tutti, anche chi non ce la fa con le proprie forze, con una buona politica redistributiva; curare questo
paese stimolando le donne a prendere maggiori responsabilità sociali e
collettive, per allentare la morsa della misoginia e del maschilismo.
E ora, c’è qualcuno che ha ancora la presunzione di saper prevedere il futuro,?
Forse noi di Alpignano SiCura non siamo le persone giuste per chiedere al Movimento 5 Stelle di dimostrare ora le sue potenzialità; ma magari siamo maturati anche noi, e vediamo positivamente la possibilità che siano proprio loro a far partire il contagio.