“Il
peggiore degli atteggiamenti è l’indifferenza,
dire
“io non posso niente, me ne infischio.”
Comportandovi
così perdete una
delle
componenti essenziali
che ci
fa essere uomini.”
Stephane
Hessel, Indignatevi,
2011, Add
Editore
Troppi sono ormai gli scandali che, a partire da un evento drammatico, il terremoto dell’Aquila, simbolo di un sistema che ha solo il denaro
come obiettivo dell’esistenza umana, si sono susseguiti in questi ultimi anni nella
nostra singolare vicenda italiana.
A partire dalle risate della cricca mentre una città
crollava, alle testimonianze del film di Guzzanti Draquila, passando attraverso
i minorili bagordi notturni “arcorecci”, agli abnormi meccanismi di
finanziamento dei partiti, a faccendieri, tesorieri e segretari di partito che
dirottano enormi quantità di denaro pubblico per scopi privati, ai fatti della
Regione Lombardia, della Regione Lazio, alle collusioni evidenziate dall’operazione
Minotauro, alla volgarità e insipienza di esponenti politici e uomini d’affari,
che hanno usato partiti e istituzioni per arricchirsi senza freni alle spalle
dei cittadini, fino alla messa a nudo, a cadenza settimanale, dei micro scandali
portati a conoscenza degli italiani sul piccolo schermo grazie alle inchieste
di Report e di Presa diretta, su politica, economia, burocrazia, lavoro, scuola, sanità, non possiamo non prendere coscienza di un'anomalia nel rapporto tra noi cittadini e la nostra rappresentanza politica.
Si tratta di capire se anche noi italiani, adulti, elettori, addirittura militanti, abbiamo
delle responsabilità, sia per la nostra abitudine a scegliere i "meno peggio", sia nell’accettare che queste cose continuino come se fosse
impossibile intervenire: perché così fan tutti.
E forse proprio questa angoscia dovrebbe farci riflettere,
domandandoci se è ancora così che lo vogliamo il nostro futuro.
La cosa che stupisce, e che stupisce proprio per la sua evidenza,
non è solo che tutte queste cose siano successe, e a tutti i livelli, dimostrando che in politica,
in modo trasversale, tout se tient,
ma che, preso atto degli scandali, tutto il sistema non sia stato travolto da una
straordinaria, rivoluzionaria e colossale ondata di indignazione, che abbia di
fatto lasciato come esito una definitiva ed epocale sostituzione della classe
dirigente di questo paese, con una conseguente trasformazione di mentalità di
tutti gli italiani.
Invece no, la sorpresa sta lì. Che cosa dobbiamo ancora
sopportare?
Ma quale credibilità hanno TUTTI i partiti, che in questi
anni non hanno fatto altro che stare a guardare, curandosi, anziché di trovare
soluzione ai disastrosi problemi che già da anni bisognava iniziare ad affrontare, prevedendone le conseguenze, di
mantenere solo le proprie rendite di posizione, in attesa di un potenziale
cambio della guardia?
La parentesi tecnica,
che ha permesso ai partiti di non dover fare scelte troppo rischiose, non
potendo perdere “il consenso delle promesse impossibili da mantenere”, sta
dando solo tempo ai soliti esponenti politici di ritrovare la verve; il governo di emergenza sta
per riconsegnare il paese nelle mani della stessa IDENTICA classe politica e
dirigente, che questa crisi l’ha alimentata e fatta degenerare, facendo delle non-scelte.
Ma se i partiti sono gli unici, che “sanno fare politica”
(si, ma che cosa è rimasto di quella politica feconda che aveva davvero le
capacità di mobilitare le masse?), ci sono altre cose che non sanno più fare:
rinunciare ai soldi facili e al potere, E GOVERNARE.