martedì 24 gennaio 2012

come ti spendo 8 milioni di euro...

Alpignano Sicura ha presentato nel consiglio comunale del 22 dicembre scorso un'interrogazione alla Giunta per capire quali fossero le ragioni del rinnovo automatico dell'appalto della mensa scolastica alla Sodexo, per altri 4 milioni di euro (oltre i 4 già impegnati), e quanto di questa cifra sia a carico delle casse comunali.
Dalla risposta del Sindaco, in breve, risulta che l'appalto sia stato rinnovato perché così previsto da una clausola contrattuale (sulla cui regolarità ci stiamo ancora interessando presso soggetti competenti), perché la cucina "è ottima" (ma nessuno lo ha chiesto agli utenti - i bambini -) e anche perché non si voleva arrecare troppo disturbo agli uffici comunali lanciando una gara europea, che ha anche dei costi per l'amministrazione. Come dire: per risparmiare i costi per la preparazione di una gara d'appalto spendo 4 milioni di euro per un servizio che conosco, ma che non so se rappresenta a oggi la scelta più conveniente sia in termini economici, sia in termini di qualità. Perché il comune si accolla più del 70% dei costi, e buona parte delle famiglie, con due figli, circa 10 euro al giorno di retta (sapendo che spesso metà del cibo pagato non verrà consumato).

Ma l'amministrazione ha veramente valutato che la strada intrapresa sia la migliore possibile?
Nei due anni che separano dalla scadenza naturale dell'appalto (settembre 2013) sarebbe stato anche possibile valutare, con uno specifico business plan, la gestione di un servizio in proprio: la cucina è in una delle scuole di Alpignano, perché non avere propri dipendenti  e propri mezzi, e gestire gli acquisti tramite reti territoriali? E perché no, allora, non pensare anche alla ricaduta sociale in termini di lavoro, ad esempio offrendo un'alternativa alla disoccupazione a donne che hanno magari perso il lavoro in età avanzata, ma che hanno visto allontanarsi progressivamente l'età pensionabile? Con brevi corsi di addestramento e di aggiornamento per il rispetto delle norme igieniche si sarebbe potuta impiegare forza lavoro locale.
Sarebbe stato certo un lavoro impegnativo, faticoso, magari con un costo anche elevato, ma che sarebbe stato ripagato in termini di politiche sociali, di ricadute sul territorio, di cambiamento di direzione nelle scelte che riguardano l'interesse pubblico.

L'idea delle nonne cuoche di per sè era una provocazione, che i giornali locali hanno preso un po' troppo sul serio, senza però evidenziare l'aspetto più importante, ovvero che si è persa un'occasione per fare scelte politiche alternative: gli studenti avranno la "solita minestra", e fino al 2018 chi ci guadagnerà sarà solo una delle più potenti multinazionali della ristorazione del mondo.